Attacco Al Potere 2
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Gli Stati Uniti d'America si sono ripresi dal precedente attacco nord coreano e vivono un periodo di pace. Mike Banning sta affrontando un periodo molto particolare visto che sta per diventare padre. Nel frattempo il Primo Ministro britannico James Wilson muore in circostanze misteriose e il nuovo governo predispone il suo funerale alla Cattedrale di St. Paul, al quale parteciperanno tutti i leader del mondo occidentale, tra cui il presidente Asher. La capitale inglese si prepara all'evento, schierando in campo molti agenti di sicurezza. Dopo l'arrivo a Londra, il presidente, Banning e il suo staff si dirigono verso la cattedrale con gli altri leader del G8 per assistere alla celebrazione.
Dopo un rocambolesco inseguimento per le vie della capitale, il gruppo viene recuperato dall'elicottero presidenziale, il Marine One. Proprio mentre si apprestano a lasciare la città, i terroristi sui tetti, armati di missili terra-aria Stinger, abbattono l'elicottero presidenziale che precipita in un parco. Allo schianto sopravvivono solo i due protagonisti, il presidente Asher e Banning, grazie al vicepresidente Trumbull e a un agente dell'MI6, Jacqueline \"Jax\" Marshall, che ospita i due nella sua safe-house (rifugio sicuro) e in seguito aiuta Scotland Yard a coordinare i soccorsi. Si scopre che dietro tutto questo si trovano Aamir Barkawi, signore della guerra yemenita, e il figlio Kamran, responsabili di vari attentati, i quali sono in cerca di vendetta contro i leader occidentali che avevano cercato di ucciderli con dei droni, attacco che ha invece provocato la morte della figlia di Barkawi. Intanto si scopre che alla congiura avevano preso parte anche alcuni funzionari del MI5 e del governo inglese, che avevano avvelenato di proposito il primo ministro Wilson.
Il bello è quello di Emmerich, se non ricordo male, nonostante sia stato decisamente su un altro livello è andato così una merda al botteghino che ora di prepotenza è sta robaccia che detta la linea, probabilmente a causa di una certa tipologia di spettatori ammericani che ci sono andati in massa e ora pure aumentati grazie alla moltiplicazione dei fans di Trump.Quindi farà pure più soldi di prima, e ci beccheremo il terzo, con attacco al potere da parte dei russi in combutta con i servizi segreti eschimesi.
Attacco al potere, arriva il sequel. Dopo il successo mondiale tornano Gerard Butler, Aaron Eckhart, Morgan Freeman e Angela Basset nel thriller adrenalinico con grandi richiami all'attualità. Sarà in sala il 3 marzo distribuito da M2 Pictures.
Morgan Freeman e Gerard Butler non compaiono mai nella stessa scena di Attacco al potere 2. I due attori non hanno recitato assieme, per l'intera durata delle riprese della pellicola, a causa di una lunga serie di conflitti ed errori di programmazione.
Diretto da Babak Najafi e sceneggiato da Creighton Rothenberger, Katrin Benedikt, Christian Gudegast e Chad St. John, Attacco al potere 2 vede il ritorno per una nuova missione adrenalinica di Mike Banning, agente dei servizi segreti già protagonista di Attacco al potere - Olympus Has Fallen. La storia inizia a Lahore, in Pakistan, dove è in un corso una sontuosa festa di nozze. Il padre della sposa è Aamir Barkawi, un trafficante di armi tra i più ricercati al mondo. In un solo colpo un drone uccide gli invitati del matrimonio, fra cui la figlia di Barkawi, che invece riesce a salvarsi e, insieme ai suoi figli, giura vendetta. Due anni dopo a Washington, Mike Banning e sua moglie Leah, uniti più che mai, attendono con impazienza l'imminente arrivo del loro primo figlio. Banning però continua a lavorare come agente dei servizi segreti assegnato ad Asher ed è sempre in allerta. Quando il Primo Ministro inglese muore all'improvviso, il compito di Banning è quello di organizzare, insieme al capo dei servizi segreti Lynne Jacobs, i preparativi per accompagnare il presidente ai funerali di stato che si terranno a Londra nella cattedrale di Saint Paul: un evento a cui parteciperanno tutti i potenti del mondo.
Con la direzione della fotografia di Ed Wild, le scenografie di Joel Collins, i costumi di Stephanie Collie e le musiche di Trevor Morris, Attacco al potere 2 riunisce il cast principale di Attacco al potere - Olympus Has Fallen e trasferisce l'azione dagli Stati Uniti in Europa, a Londra, dove Mike Banning si trova in un'ulteriore condizione di svantaggio dal momento che non conosce il territorio. Svolgendosi due anni dopo il precedente film, Attacco al potere 2 vede Banning ancora incaricato della protezione del presidente statunitense Benjamin Asher, giunto al suo secondo mandato. I due uomini, che insieme ne hanno viste di tutti i colori, devono far fronte a una situazione estrema che lascia intravedere il loro modo di interagire, di sostenersi a vicenda e sopravvivere.
Protagonista principale di Attacco al potere 2 è l'attore Gerald Butler, che riprende i panni dell'agente Mike Banning. Sveglio e dotato di un forte senso dell'umorismo, Mike è in attesa del primo figlio dalla moglie Leah, interpretata nuovamente da Radha Mitchell. Il presidente Benjamin Asher, che Mike deve proteggere a costo della sua stessa vita, ha ancora il volto di Aaron Eckart.
Quando nel 2013 uscì nelle sale di tutto il mondo Attacco al potere non era nei certo nei piani un franchise action. I 170 milioni incassati da Olympus Has Fallen (questo il titolo originale del film con Gerard Butler), però, hanno ingolosito i produttori a tal punto da realizzare un sequel dedicato all'agente dei servizi segreti Mike Banning.
Attacco al potere 2 - London Has Fallen è stato in grado di racimolare al box-office oltre 200 milioni di dollari. Un risultato insperato, specie se si tiene conto del giudizio poco lusinghiero della critica internazionale. Il film detiene infatti uno score positivo sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes piuttosto basso: appena il 24%.
Banning non può sapere che l'evento a cui parteciperanno i leader mondiali sia in realtà una trappola messa a punto da un commando di terroristi al soldo di Aamir Barkawi, signore della guerra yemenita intenzionato a vendicarsi contro i rappresentanti del G8 in seguito ad un attacco militare subito, effettuato con l'ausilio di droni.
Il risultato è uno sparatutto in cui l'eroe protagonista manifesta un nemmeno troppo velato sadismo, vomitando battute e proiettili per tutta la durata del film. Eppure Butler dimostra di essere in gran forma e l'alchimia con Eckhart non è affatto male. Peccato però che i plot twist siano assenti e il film si riduca ad un onesto sparatutto degno della filmografia di Steven Seagal. Nella storia del cinema abbiamo assistito a b-movie - quella è del resto la dimensione di Attacco al potere 2 - di gran lunga più esaltanti.
PER ORA NO CONTAGIO MA DIETRO FACCIATA PUO' COVARE MALCONTENTOPARIGI(ANSA) - PARIGI, 9 GEN - Nelle vicine Algeria e Tunisia centinaia di giovani scendono in strada contro il potere, ma l'effetto domino non arriva per ora in Marocco. Perché Mohammed VI è un re. Il suo trono non vacilla come le poltrone dei suoi vicini che, ormai vecchi e malati, ricorrono a modifiche della costituzione pur di restare in sella. Mohammed VI \"gode di una legittimità che Ben Ali e Bouteflika non hanno, non si sente in pericolo e questo gli permette di lasciare più spazio all'opinione pubblica di esprimersi\", dice all'ANSA il direttore dell'Osservatorio del mondo arabo Antoine Basbous.\"Il paese respira sul piano economico, c'é più speranza di libertà, i giovani hanno maggiore fiducia nel futuro, in Marocco vengono riconosciuti i talenti, la borghesia cresce, e poi i giovani approfittano di una vita sociale che manca negli altri paesi del Maghreb, hanno più cinema, caffé, strutture sportive\".Anche se, ricorda, periodicamente i disoccupati- numerosi anche in Marocco- manifestano davanti al parlamento di Rabat, indisturbati. Fa parte della routine. Molti di loro, come in Tunisia, sono laureati, \"vedono il mondo che avanza e si sentono frustrati\", come sottolinea lo storico Benjamin Stora. Anche il titolo di Commandeur des croyants (comandante dei credenti) - contestato dal partito islamista ma sostenuto dal \"mahzen\" (l'alta amministrazione) e dalla popolazione rurale - mette al riparo il sovrano da attacchi diretti al Palazzo.Il re, dice all'ANSA lo scrittore di origine marocchina Tahar Ben Jelloun, \"si occupa dei poveri, oggi la situazione è molto più respirabile di quando sul trono c'era Hassan II\". In oltre dieci anni il giovane re ha modificato la Mudawana, il codice della famiglia islamico, a favore della donna, ha creato una commissione per far luce sugli anni di piombo, in cui centinaia di migliaia di marocchini ostili al padre Hassan II marcivano in sordide carceri disperse nel deserto. La pillola del giorno dopo é permessa, la decentralizzazione è in atto \"per creare poli di competitività su tutto il territorio\", come osserva su Jeune Afrique l'universitario Ahmed Bouachik. In Marocco quindi per ora non si teme una \"guerra del pane\". Ma la società marocchina, che \"tradizionalmente è conservatrice, manca di senso critico e si sottomette passivamente alle norme\" secondo Ibtisham Lashgar, cofondatrice del Movimento alternativo per le libertà individuali (Mali) che promuove tra l'altro l'aborto e la libertà di essere gay, sta cambiando. E proprio a causa dei giovani, molti dei quali si dicono delusi dal re. Vedono l'altra faccia della medaglia. Vedono la corruzione che non risparmia il palazzo reale, come si legge sui documenti di Wikileaks pubblicati da Le Monde la cui vendita è stata sospesa nel regno. Constatano la repressione della stampa, l'incarcerazione di giornalisti, la chiusura di giornali indipendenti comunque asfissiati da tagli pubblicitari di organismi come la Royal air Maroc vicini al potere. Per non parlare delle famose \"linee rosse\", articolo 41 del Codice della stampa approvato nel 2003: vietato offendere il re e la famiglia reale, la religione islamica, la monarchia, l'integrità territoriale. \"Una trappola mortale creata dalla monarchia, con la scusa di promuovere un avanzamento in campo giuridico, per chiunque voglia tentare di fare un giornalismo obiettivo e senza compromessi\", sostiene tra gli altri Aboubakr Jamal, editorialista e fondatore di Le Journal nato dalle ceneri di altri giornali che ha dovuto chiudere su ordine del Palazzo.Antonella Tarquini 59ce067264
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